Il giorno più buio

Il giorno più buio
Il giorno più buio

Era il 12 novembre del 2020, il giorno più buio e brutto della mia vita.

L’inizio di tutto

Prima della data del “giorno più buio”, da qualche tempo prima, Elisa mia moglie, accusava dei fastidi e piccoli dolori al basso ventre e decise di fare un controllo dal ginecologo e quel giorno del 12 novembre l’accompagnai. Entrammo nello stuio e lui ci accolse subito, inizió nel chiederle le informazioni di routine e subito dopo eseguì l’ecografia…

«qualcosa di sospetto» affermò il dottore, «una massa con delle “vegetazioni” all’ovaio». Inizialmente io non capii cosa volesse dire e gli chiesi «Ma cosa vuol dire questa cosa dottore?», e lui rispose «bisogna fare una TAC di controllo per capire meglio», il sospetto era un tumore all’ovaio.

Mi sentii improvvisamente gelare il sangue nelle vene, gettato nel vuoto a caduta libera, non riuscii più a pensare, a reagire, a parlare, non sapevo come affrontare la situazione, a chi dovevo rivolgermi, è stato il giorno più buoi della mia vita, TRISTEZZA PURA!

 Il dottore poi prese un foglio bianco dal ricettario e cominciò a stilare una lista di strutture sanitarie e nomi di dottori dicendo

«questi sono dei nomi di colleghi che conosco molto bravi e le strutture dove loro lavorano, vi consiglio di rivolgervi ad uno di loro, tranquilli sono tutti molto bravi»

Dopo aver scambiato ancora due chiacchere con il dottore andammo via dallo studio e mentre ci dirigevamo verso la macchina per tornare a casa la mia mente non smetteva di pensare e ripensare mentre l’angoscia aumentava sempre di più.

L’inizio del lungo e buio cammino

Il giorno stesso prenotai la TAC ed i marker tumorali che fece nei giorni a seguire, il risultato che ne conseguì confermavano la presenza di questa brutta “bestia”.

Il ricovero d’urgenza, occlusione intestinale paretica

Ambulanza - Il ricovero d’urgenza

La sera del 3 dicembre 2020 si sentii ancora più male e decisi di portarla al pronto soccorso dell’ospedale di Novara. Dentro la sala del triage entro solamente lei per via delle restrizioni dovute all’epidemia in corso ed io aspettai fuori al freddo, dentro sentivo il mio corpo che tremava e non era per il freddo, ma per la paura di ciò che poteva succedere. Le fecero vari controlli ed esami ed intanto mia moglie di tanto in tanto mi scriveva qualche messaggio aggiornandomi sulla situazione ed infine fu ricoverata d’urgenza per un occlusione intestinale paretica.

Mi recai a casa per prendere qualche pigiama e ciò che le poteva servire in ospedale, tipo il sapone per le mani, un asciugamano ecc., e tornai in ospedale per poterle dare il tutto. Per fortuna mi fecero entrare per pochi minuti per darmi la possibilità di vederla, era distrutta dal dolore lancinante all’addome, poi andai via.

Di seguito le fecero una TAC di controllo e successivamente una colonscopia dove si vide che l’occlusione intestinale paretica era dovuta ad una massa tumorale al “sigma“.

Quella notte io tornai a casa perchè mia moglie mi aveva scritto un messaggio avvisandomi che l’avrebbero ricoverata e di conseguenza non c’era motivo di aspettare fuori al freddo, nel traggitto verso casa piangevo da solo in macchina e dal mio viso scendevano le lacrime come un fiume in piena, tanto da non riuscire a vedere nemmeno la strada. Mi rivolgevo a Dio dicendogli che non era giusto quello che stava succedendo all’amore della mia vita, il pensiero di tutta quella sofferenza mim lacerava il cuore……

Tumore all’intestino con metastasi al fegato ed una massa di natura sconosciuta all’ovaio… Come mi sentivo??? morire totalmente, finito, solo e scoraggiato.