L’inizio del lungo cammino

lungo cammino

L’inizio del lungo cammino non ricordo di preciso che giorno cominciò, ma era un giorno di fine Dicembre dell’anno maledetto 2020.

Ci recammo in ospedale al reparto di oncologia per il primo colloquio con la dottoressa che l’avrebbe seguita per tutto il percorso di terapia, entrammo al reparto dopo aver compilato, come di consueto ormai, il foglio relativo ad eventuali contagi COVID.

Subito dopo ci recammo allo sportello per il primo inserimento dei dati personali e cose del genere e subito dopo ci fecero entrare nella stanza per il proseguimento “dell’intervista” per l’inserimento di altri dati più personali tutelati dalla privacy.

Finita questa prima fase ci recammo vicino alla stanza dove poi l’avrebbe chiamata la dottoressa per la visita e le dovute spiegazioni del caso.

Io ero tesissimo come una corda di violino l’attesa mi logorava non sapevo perché.

La lunga strada che doveva affrontare

«Urso Elisa»

disse la dottoressa e ci recammo dentro il suo ufficio, mia moglie si accomodò ed io rimasi sulla soglia della porta in quanto non potevo entrare sempre per le solite precauzioni della pandemia

«cosa sa? cosa ha capito di ciò che è successo e di quello che ha signora?»

inizialmente mia moglie non capiva e le disse quello che era successo ma lei continuò

«no signora, quello che è successo lo so, voglio capire se lei ha capito cosa ha lei»

e mia moglie le disse di avere un tumore all’ovaio, intestino e lesioni al fegato

«allora signora, quello che abbiamo trovato, quando è stata operata, è un tumore primitivo dell’intestino con metastasi al fegato. Del tumore all’ovaio non si evince da nessun esame che ha fatto. Si, ha una massa all’ovaio destro, ma non sappiamo se è anch’essa una metastasi o un tumore primitivo dell’ovaio..»

Non sapevo che pensare, conoscere la situazione chiara di quello che stava accadendo mi scoraggiava sempre di più, le lacrime scendevano senza nessun comando sul mio viso e su quello del mio amore.

Avrei voluto strappare con le mie mani quello che la stava distruggendo e buttarlo dentro di me, avrei preferito soffrire io, non accettavo che lei avrebbe sofferto e poi mi passavano mille pensieri tristi, negativi, scoraggiati dalla mente.

«PERCHE’ DIO MIO?»

pensai ed urlai in silenzio dentro di me, mi si scatenò una guerra di pensieri e di dialoghi con chi non potevo vedere, gli dissi che non era giusto perché mia moglie non meritava tutto questo, mia moglie è una persona buona che non ha mai fatto del male a nessuno e che tutto questo era assolutamente ingiusto, mi sentivo sconfitto.

alla fine al dottoressa disse

«nei prossimi giorni verrà contatta per l’inserimento del port-a-cath, è un piccolo cuscinetto sottopelle che servirà per effettuare la terapia e le comunicheranno la data della visita ginecologica e dell’ecocadio»

io poi le chiesi

«dottoressa ma mia moglie quando inizierà il ciclo di chemio?»

e lei mi rispose

«il prima possibile, non appena verrà inserito il port-a-cath si parte»

L’inizio del lungo cammino

Successivamente venne contattata per i vari appuntamenti ed inoltre le fissarono anche il famoso “cuscinetto” sottopelle, infine le comunicarono che il 4 gennaio avrebbe cominciato il primo ciclo di chemio.

Il secondo ciclo di chemioterapia

Quì non si molla
Quì non si molla

Siamo arrivati al 19 gennaio, al secondo ciclo di chemioterapia. Ci svegliammo il mattino presto e dopo una sana colazione ed esserci preparati, scendemmo da casa per recarci in ospedale

e solito pass auto per entrare con la macchina fino al reparto di oncologia,

l’accompagnai poi a piedi fino alla porta e la salutai dandole un bacio e dicendole come sempre

«ciao amore mio, fammi sapere con un messaggio cosa dice la dottoressa e quando finisci la terapia»

perché la terapia sarebbe durata circa 6 ore, di conseguenza dovevo tornare a casa per poi andare a riprenderla.

Dopo circa quaranta minuti mi dice che aveva fatto la visita dalla dottoressa e che le aveva detto che lei è molto giovane e non possono sottovalutare nulla e che dovevano tenere sotto controllo il cuore prima di inserire nuovi farmaci alla terapia, perché possono causare danni in presenza della problematica in corso, di fatti in quella giornata la dottoressa avrebbe dovuto inserire un farmaco (bevacizumab) che avrebbe bruciato le cellule malate presenti nel suo corpo e che avrebbero causati parecchi effetti collaterali non compatibili alla problematica in corso, quindi avrebbe fatto il secondo ciclo di chemioterapia praticamente uguale al primo.

Le fissò un altro ecocardiogramma per il 3 febbraio, praticamente due settimane dopo in coincidenza dell’altro ciclo di chemio (il terzo), e se dal risultato si evince che tutto è rimasto tale senza aumento di liquido, allora si poteva proseguire con i nuovi farmaci, in caso contrario dovranno aspirare ed analizzare il liquido per capirne la natura.

Alle 16 e trenta minuti mi recai in reparto per riportarla a casa dopo sei ore di infusione chimica che la stordì anche sta volta.

L’artiglieria pesante

L’artiglieria pesante. Oggi 3 febbraio ’21 è il giorno del terzo ciclo di chemio, ma prima di recarci al reparto di oncologia tocca fare un altro controllo al cuore per via del liquido “in più” presente nel pericardio.

Sono le 8:30 del mattino e ci troviamo già davanti al reparto di cardiologia ma per via di un’urgenza non si può entrare, una signora anziana si è sentita male e la stavano soccorrendo.

Dopo circa 25 minuti la situazione si sblocca e mia moglie può entrare per effettuare l’ecocardiogramma

Come al solito io aspetto fuori, pioviggina ed io sotto l’ombrello ascolto un po’ di musica tramite un cappellino “Smart” con gli auricolari integrati ed intanto prego il signore affinché il risultato dell’esame sia positivo.

I minuti passavano ed io pregavo sempre di più, ad un ratto ricevo un messaggio da mia moglie:

“ho finito

ed io gli risposi:

“allora? com’è andata?”

lei:

“tutto bene il liquido si è ridotto, possono inserire l’altro medicinale nella chemioterapia. Tra qualche minuto ti raggiungo.”

L’altro medicinale è il “bevacizumab”, un medicinale potente che uccide le cellule maligne del tumore ma dai molteplici effetti collaterali, è arrivata l’artiglieria pesante.

Ero al settimo cielo, le mie preghiere erano state ascoltate pensai, bene adesso entriamo nel vivo della battaglia, i due cicli precedenti sono serviti per bloccare il nemico e circondarlo ma adesso si passa all’attacco per sconfiggere questo mostro che vuole fare del male all’ amore della mia vita.

Dopo pochi minuti mi raggiunge ed andammo a braccetto al reparto di oncologia, non appena arrivati le diedi un bacio e le dissi:

«fammi sapere come procede e cosa ti dice la dottoressa… ti amo»

Andai verso casa e poi nel pomeriggio, dopo svariate ore di infusione chimica, la riportai a casa nel nostro nido.

Quarto ciclo di chemioterapia

Quarto ciclo di chemioterapia. Come di consueto il giorno prima del quarto ciclo di chemioterapia va in ospedale per effettuare il prelievo di sangue di controllo e di conseguenza il 16 febbraio l’accompagnai al reparto di oncologia dove le effettuano il prelievo.

Per fortuna e tutto molto veloce circa 30 minuti e siamo già fuori.

Nel pomeriggio mia moglie riceve una telefonata

«Signora Urso salve, la chiamo dal polo oncologico, il dottore ha controllato le analisi del sangue e ha trovato i valori del sangue non buoni, domani mattina deve venire alle 8.30 per ripeterli»

altro intoppo pensai io.

La mattina successiva all’orario indicato si ripresenta in ospedale.

Fuori al padiglione c’era già una lunga coda di persone, pensai che questo male subdolo dilaga senza pietà, portando via salute e serenità e tanta gente.

Io aspettai in macchina e le dissi che per qualsiasi cosa di scrivermi.

Le fecero il controllo e la rimandarono a casa perché il valore dei globuli bianchi era troppo basso e la dottoressa le disse che se le avesse fatto fare il ciclo di chemio sarebbe stata male…

rimandò a due giorni dopo, sia controllo ed eventualmente chemio.

Giorno 19 febbraio si ripresentò nuovamente in reparto e per fortuna i valori erano tornati nella norma ed ha potuto proseguire con il cammino verso la salvezza.

Al colloquio con la dottoressa diceva a mia moglie che stava ottenendo degli ottimi risultati e che tutto stava procedendo molto bene ed anche che presto avrebbe potuto fare gli esami di controllo per capire come proseguire.

Ringraziai Dio di queste bellissima notizia e lo pregai nuovamente affinché si realizzi presto il momento in cui mia moglie il mio amore torni a stare bene per poter riprendere fra le nostre mani la nostra serenità,

poter tornare nella normalità.