Il ricovero d’urgenza, occlusione intestinale paretica

Ambulanza - Il ricovero d’urgenza

La sera del 3 dicembre 2020 si sentii ancora più male e decisi di portarla al pronto soccorso dell’ospedale di Novara. Dentro la sala del triage entro solamente lei per via delle restrizioni dovute all’epidemia in corso ed io aspettai fuori al freddo, dentro sentivo il mio corpo che tremava e non era per il freddo, ma per la paura di ciò che poteva succedere. Le fecero vari controlli ed esami ed intanto mia moglie di tanto in tanto mi scriveva qualche messaggio aggiornandomi sulla situazione ed infine fu ricoverata d’urgenza per un occlusione intestinale paretica.

Mi recai a casa per prendere qualche pigiama e ciò che le poteva servire in ospedale, tipo il sapone per le mani, un asciugamano ecc., e tornai in ospedale per poterle dare il tutto. Per fortuna mi fecero entrare per pochi minuti per darmi la possibilità di vederla, era distrutta dal dolore lancinante all’addome, poi andai via.

Di seguito le fecero una TAC di controllo e successivamente una colonscopia dove si vide che l’occlusione intestinale paretica era dovuta ad una massa tumorale al “sigma“.

Quella notte io tornai a casa perchè mia moglie mi aveva scritto un messaggio avvisandomi che l’avrebbero ricoverata e di conseguenza non c’era motivo di aspettare fuori al freddo, nel traggitto verso casa piangevo da solo in macchina e dal mio viso scendevano le lacrime come un fiume in piena, tanto da non riuscire a vedere nemmeno la strada. Mi rivolgevo a Dio dicendogli che non era giusto quello che stava succedendo all’amore della mia vita, il pensiero di tutta quella sofferenza mim lacerava il cuore……

Tumore all’intestino con metastasi al fegato ed una massa di natura sconosciuta all’ovaio… Come mi sentivo??? morire totalmente, finito, solo e scoraggiato.

Un po’ d’ansia

Un po’ d’ansia. La sera del 28 gennaio effettuai, come di consueto, due cambi della sacca dell’astomia, diceva che si sentiva lo stomaco duro e gonfio ed in effetti era così. Il giorno dopo stranamente non fede nulla, la sacca rimase vuota, nemmeno una traccia di feci e neanche il giorno a seguire.

In me l’ansia cresceva come non mai, fui rimbalzato indietro nel tempo ed ebbi il terrore che non riuscisse più a fare i bisogni, ero nervoso e teso, qualsiasi cosa mi faceva scattare come una molla e pensai: ‘’ecco, ci risiamo, mi sa che se andiamo avanti così devo portarla al pronto soccorso’’, e poi mi domandai: ‘’ma perché tutto succede sempre di fine settimana? Quando non c’è nessuno in reparto e di conseguenza non posso chiedere un parere alla dottoressa?’’

La cosa strana però è non accusava nessun dolore addominale, cosa che successe a dicembre. Mi rinchiusi in bagno, solo a piangere e pregare affinché tutto questo non accadesse, chiesi al signore di aiutarla, chiesi di farla… eh si è una cosa strana da chiedere ma è proprio così, chiesi di farle riempire la sacca dei suoi escrementi.

All’improvviso mentre ero seduto davanti al mio pc per passare un’ po’ il tempo, Elisa mi disse

«Fra, mi sa che devi cambiare la sacca, l’ho fatta»

Mi sentii un brivido lungo la schiena, all’improvviso tutta la tensione accumulata la riversai in emozione, mi scesero delle lacrime di sollievo. L’abbracciai e le dissi

«finalmente… non ce la facevo più, ero troppo in pensiero avevo il terrore di rivivere quei momenti»

E strano essere felici per un’ po’ di “cacca” ma era così.

Un grido di sconforto

Un grido di sconforto. A volte mi faccio prendere dal panico, mi scoraggio e mi passano per la mente pensieri negativi, come se non riuscissi ad intravedere un barlume di speranza.

La guardo negli occhi e soffro dentro, spero che tutto questo si risolva e che possa ritornare a vivere serena con me ed i nostri figli.

Questa sofferenza mi distrugge perché sono impotente davanti a tutto questo. Vorrei strapparmi da dentro ciò che serve a lei per tornare come prima, al prezzo della mia stessa vita se solo potessi

AIUTOOOOOOOOO!!!!!!!

Vorrei urlare ma come sempre devo farlo in silenzio per non far vedere che sono fragile dentro, devo essere forte per lei e per i bambini.

Ormai manca poco alla fine dei cicli di chemioterapia per poter fare le visite di controllo e per sapere come i tenderanno procedere. Questa decisione è la più delicata, perché se intenderanno procedere con l’operazione per risolvere il problema, dovranno fare attenzione a rimuovere tutto senza che sfugga nemmeno una cellula di quelle maledette, potete immaginare come possa sentirmi.

Devo aver fiducia nelle mani in cui è affidata il mio amore e pregare affinché tutto vada a buon fine.