Ascolto musica al pianoforte

Ascolto musica al pianoforte. Lunedì 10 maggio 2021 ore 23:40. Sono a letto che ascolto musica al pianoforte con le mie cuffie e non riesco a prendere sonno, penso e ripenso ad Elisa, a come desidero fortemente sognarla, incontrarla e parlarle per chiederle come sta e se lei pensa a noi e se ci osserva da lassù.

Questa casa senza di lei è vuota, senza la sua voce che per me era melodia, i suoi sorrisi e ai suoi balli quando sentiva un po’ di musica latino americana. Mi ricordava sempre che quando era più giovane aveva lavorato per un periodo come animatrice in un villaggio turistico e che era molto brava a ballare.

Quanto mi piaceva quando mi accarezzava la nuca con la sua dolce e calda mano e quando giocava con il mio orecchio stropicciandolo, diceva sempre:

«che orecchio morbido che hai!»

Ed io ero felice di sentirmi coccolato e amato come non mai. La nostra felicità era fatta di semplici gesti dolci e costanti, piccole dosi di felicità che creavano un equilibrio armonioso di gioia e serenità, come una melodia che nota dopo nota conquista la mente e isola da tutto il resto costruendo intorno a noi un luogo unico, nostro, intimo e inviolabile dove far entrare solo chi vogliamo e ammirare un paesaggio fatto solo di cose belle, di amore, di colori e profumi inebrianti, insomma il nostro mondo perfetto.

Ecco, questo era il nostro amore, non un amore da favola e perfetto perché ovviamente, come ogni famiglia, anche noi avevamo e affrontavamo delle difficoltà, ma lo facevamo con amore e in simbiosi, ci capivamo al volo e a volte mi capitava anche di riuscire a leggerle la mente, molto spesso quando lei voleva dirmi qualcosa io l’anticipavo e lei puntualmente mi diceva:

«ma come fai? La vuoi smettere di leggermi la mente?»

Effettivamente non so come io facessi a fare ciò, ma succedeva, una questione di chimica credo. Quando succedono queste cose è perché si raggiunge una sintonia tale da andare oltre ad ogni razionalità e spiegazione.

Poi penso ai bambini e mi chiedo se sarò in grado di crescerli, educarli e garantirgli un futuro dignitoso come voleva anche Elisa. Ho paura che con il vuoto della figura materna, femminile possano subire problemi in futuro, a quattro e sei anni hanno bisogno della loro mamma, del suo affetto, delle sue carezze e dei suoi consigli, diversi da ciò che riuscirei a dargli io perché sono il papà. Questa cosa mi preoccupa, ma devo affrontarla non posso esimermi dal farlo, lo devo ad Elisa e all’amore che aveva verso i nostri figli.

Mi aspetta un duro lavoro reso ancor più duro visto il doppio compito genitoriale, e spero di esserne all’altezza e di essere anche un buon amico per loro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *